Il friscaletto
I primi tipi di flauti, costruiti con ossa o corni di animali, con tubi di canna o di legno, erano privi di fori digitali e producevano un solo suono.
Il loro ruolo era quello di segnalatori acustici, di richiamo, di allerta, ma anche di festa.
I fori per le dita vennero introdotti assai più tardi e rappresentarono una svolta per le sorti dello strumento che da semplice fischietto a suono fisso
(da cui fischietto, in siciliano friscaletto), si trasforma in strumento melodico.
Da qui si iniziò a sperimentare l’apertura dei fori. Si incominciò dall’estremità inferiore dello strumento dapprima con uno, poi due, tre, e
comunque all’inizio digitati dalla sola mano destra del suonatore.
Il friscaletto siciliano che la tradizione popolare ci fa conoscere oggi, si presenta con nove fori digitali, di cui 7 anteriori e 2 posteriori.
Questo strumento è molto diffuso nella Sicilia orientale.
Modelli, invece, con 8 fori digitali, di cui 7 anteriori e uno soltanto posteriore, li troviamo, anche se raramente, nelle zone occidentali della Sicilia.